C’era una fonte pura, splendida di acque argentee,
…
qui il ragazzo, sfinito dalla caccia appassionata e dalla calura,
si sdraiò, affascinato dal luogo e dalla fonte,
e, mentre cerca di calmare la sete, un’altra sete
crebbe in lui mentre beve: rapito dalla dolcissima immagine
vista, ama una speranza incorporea e scambia per corpo
l’acqua: stupisce di se stesso e rimane immobile e impassibile
come una statua scolpita nel marmo di Paro.
…
L’ultimo grido di lui fu, guardando nell’acqua consueta:
«Ahimé, ragazzo inutilmente amato!», ed il luogo
gli ripetè le parole, e al suo «Addio!» disse «Addio!» anche Eco.
Poggiò il capo sfinito sull’erba verde
e la morte chiuse gli occhi ammirati della bellezza del loro padrone.